La paura a volte può essere il miglior carburante. Essa ci spinge verso l’ignoto, ci rende consapevoli e ci ricorda che siamo vivi. Abbracciando questa mentalità, i Papa Roach hanno trasformato la parola stessa in un mantra per il titolo del loro ottavo album, F.E.A.R. La band hard rock multi-platino che vanta anche una nomination ai Grammy Award ha costruito il suo lavoro più contagioso e vitale di sempre. Essi conservano i riff robusti e ritmi spavaldi che hanno segnato la loro iniziale chiamata alle armi, infondendovi parti elettroniche, riff immensi e melodie magnetiche. Di conseguenza, la band – Jacoby Shaddix [voce], Jerry Horton [chitarre], Tobin Esperance [basso] e Tony Palermo [batteria] – emerge come mai prima d’ora…
F.E.A.R (Face Everything And Rise) verrà pubblicato in CD, vinile e digitale il 27 gennaio da Eleven Seven Music/Warner.
Dopo un tour di quasi due anni a supporto di The Connection (2012), il quartetto ha deciso un cambiamento di scenario per il disco numero otto. I Papa Roach si sono rintanati a Las Vegas nel The Hideout studio e hanno lavorato con i produttori Kevin e Kane Churko [Five Finger Death Punch, Ozzy Osbourne, In This Moment]. Per la prima volta dai tempi di The Paramour Sessions del 2006, i ragazzi hanno vissuto sotto lo stesso tetto.
“Di solito, quando cominciavamo a lavorare, avevamo un po’ di demo e un sacco di testi pronti”, dice Jacoby. “Questa volta non avevamo nulla di tutto ciò. Quando eravamo in tour per The Connection, ero davvero concentrato sul tenere insieme la mia vita. Ogni volta che andavo on the road, partivo pulito e tornavo a casa incasinato. Ho lasciato che la vita in tour mi distruggesse. Questa volta mi sono concentrato sul mantenere le mie relazioni forti, sul rimanere sobrio e sull’avere una vita spirituale sana. Non ho avuto il tempo di scrivere, a essere onesto”.
“Siamo entrati in studio con niente”, aggiunge Jerry. “È stato spaventoso perché tutto era molto diverso, ma è stato anche liberatorio”.
“Volevamo fare le cose in maniera un po’ diversa”, spiega Tobin. “Abbiamo scelto di lavorare con qualcuno con cui non avessimo mai lavorato prima, andare in un posto dove non avevamo mai vissuto, non preoccuparci di nulla, solo scrivere canzoni e divertirci”.
Padre e figlio Churko hanno continuato a spingere la band fuori dalla propria zona di comfort, incoraggiandola a percorrere nuovi territori, pur mantenendo la propria identità. Ciascun produttore ha curato sei canzoni a testa.
Quell’energia scorre attraverso le dodici tracce dell’album. Il primo singolo Face Everything And Rise esplode in un ritornello da arena che è un inno atomico. Chitarre muscolari lasciano il posto a una marcia industriale prima di scatenare un canto ispirato.
I Papa Roach aggiungono poi un sapore old school a “Gravity” con Maria Brink degli In This Moment come ospite. “Broken As Me” è ricca di groove, mentre circa “Falling Apart” il bassista Tobin dichiara: “Amo il suo testo. Parla di cercare di trovare qualcosa che sia in grado di mantenervi forti, spingervi ad andare avanti ed essere una luce nella vostra vita. C’è un sacco di merda che vuole farvi del male, ma non dovete farvi sopraffare”. Tutto culmina in “Warriors”, che vede i Papa Roach duettare con il luminare dell’hip-hop Royce da 5’9.
Parlando del loro catalogo, il 2015 segna anche una tappa importante per i Papa Roach. È il 15° anniversario del loro debutto tre volte platino, Infest, che li ha fatti diventare dei leader hard rock. Da allora, hanno aperto la strada a innumerevoli altri gruppi che hanno trovato il successo in radio e sul palco.
Tobin sorride: “Sono davvero orgoglioso di quel disco. Tutte le canzoni erano diverse quanto a stile e vibrazioni. Le chitarre erano pesanti e semplici, ma c’era una sporca atmosfera hip-hop. In quel momento ho capito che lo scopo della mia vita era suonare.Infest era il manifesto di ciò che volevamo diventare. Era solo la punta dell’iceberg. Quel disco è brutalmente onesto e reale come tutto ciò che ho scritto fino ad oggi”.
In ogni caso, F.E.A.R. rappresenta una nuova alba per i Papa Roach e come conclude Jacoby “Spero che la gente continui a camminare pensando di potere fare tutto ciò che desidera”.
Tracklist:
1. Face Everything And Rise
2. Skeletons
3. Broken As Me
4. Falling Apart
5. Love Me Til It Hurts
6. Never Have To Say Goodbye
7. Gravity
8. War Over Me
9. Devil
10. Warriors
11. Hope For The Hopeless
12. Fear Hate Love